CITAZIONI UNIVERSITA’ RICERCA – La ricerca, in qualsiasi ambito, è il motore dell’umanità lungo il percorso della storia. Tuttavia, come ogni habitat su cui mette piede l’essere umano, soggiace a determinate regole, non sempre limpide e anzi spesso contorte.
Lo studio apparso sulla rivista scientifica PLOS e firmato da John P. A. Ioannidis, professore di Medicina a Stanford, getta luce su una consuetudine accademica contraddistinta da meccanismi attuati per sopravvivere al tritacarne delle università. Il riferimento è al sistema delle citazioni, necessarie per non essere da meno di altri colleghi, tanto fondamentali per la carriera accademica. Molti ricercatori sono così indotti a piegarsi a sistemi e circoli viziosi pur di non rimanere schiacciati sotto una ruota dentata.
Ioannidis, come altri suoi colleghi, ha deciso quindi di denunciare il sistema delle auto-citazioni e quello delle “fattorie” citazionali, circoli ristretti di studiosi con l’abitudine di citarsi a vicenda. Tattiche, entrambe, utilizzate per gonfiare a dismisura l’H index. Questo offre una misura dell’importanza di un ricercatore sulla base delle citazioni ottenute, e pompare così i propri valori bibliometrici.
Un nuovo sistema di classificazione delle citazioni
Ioannidis ha proposto un’alternativa ai sistemi di classificazione come Clarivate Analytics e Google Scholar, che non fanno distinzione tra citazioni, auto-citazioni e “fattorie citazionali”. Il professore ha consigliato quindi l’utilizzo di un database che, nonostante utilizzi come fonte Scopus (sistema fornito dalla nota casa editrice Elsevier), è capace di escludere le poco virtuose strategie sopracitate e di tener conto dell’impatto dei giovani ricercatori. In modo da valorizzare coloro che navigano le acque accademiche da meno tempo rispetto colleghi più esperti e quindi da più tempo citati.
La speranza di Ioannidis è che il database proposto, disponibile a tutti gratuitamente, possa correggere l’attuale cortocircuito delle citazioni scientifiche. Queste potrebbero essere misurate sistematicamente, con un metodo meno incline all’errore, riducendo l’instaurarsi di circoli viziosi in grado di danneggiare l’intero mondo accademico. Infatti, sottolinea Ioannidis, spesso le classificazioni errate delle citazioni influiscono sulla assunzione e promozione degli studiosi oppure sulla elargizione o meno di premi e fondi. Tutti problemi a cui l’alternativa offerta dal professore potrebbe porre rimedio.
L’articolo originale di Ioannidis con i link alle diverse versioni del database
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