La pandemia ha ingigantito il già grande ruolo che la tecnologia giocava nella vita dei giovani. Cellulari e tablet, ormai estensioni naturali delle loro braccia, restringono le loro menti a pochi pollici di schermo, mentre ciò che potrebbe ampliarle e arricchirle, i libri, troppo spesso giacciono intonsi, a raccogliere polvere.
Genitori, insegnanti e professionisti si interrogano, anche con preoccupazione, sulle trasformazioni in atto nelle capacità cognitive di bambini e adolescenti, condizionate dall’uso smodato degli smartphone, della comunicazione immediata, semplice, se non addirittura sostituita da “emoji”, ideogrammi utilizzati per sostituire la parola. Anche il semplice ragionamento che si cela dietro la costruzione di una breve frase talvolta rischia di diventare uno sforzo ritenuto eccessivo.
Proprio per indagare la violazione che social media e piattaforme digitali stanno operando sulla lingua e il suo principale supporto, il libro, Anna Angelucci e Renata Puleo hanno scritto “Cos’è un libro? Sull’oblio della lettura nell’era digitale”. Le autrici, educatrici e persone di scuola, riconoscono non solo le opportunità e i pericoli della tecnologia digitale, ma anche la portata politica e sociale del suo uso.
Le autrici hanno parlato ad “Associazione Il Paese delle Donne” del loro lavoro, in una ricca discussione che esplora i principali argomenti trattati dal libro.
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