Il nostro linguaggio, la nostra cultura, ma anche stereotipi e pregiudizi, sono sfondi della realtà in cui viviamo. Ci accomunano, ma possono anche dividerci. Sono interpretazioni, distorsioni, territori individuali e collettivi. E’ su questi sfondi che si stagliano le figure degli altri, di chi ha una cultura o esperienze diverse dalle nostre, che potremmo faticare a comprendere a un primo sguardo.
Michela Gecele, autrice di “Gli sfondi dell’alterità. La terapia della Gestalt nell’orizzonte sociale e culturale: tra frammentazione e globalizzazione“, pubblicato da Fioriti Editore, ci accompagna in un viaggio attraverso questi sfondi, nella comprensione dell’alterità. La mappa che utilizza nel corso di questo itinerario è la Gestalt.
La terapia della Gestalt
La terapia della Gestalt, nata negli anni ’50 da un gruppo di terapeuti e professionisti di vari ambiti, implica il coinvolgimento del paziente nel contesto terapeutico e pone attenzione all’ambiente in cui questo vive, ai suoi “sfondi”. Un fondamento di questa terapia, non a caso definita “umanistica”, perché mette l’uomo al centro, è infatti che il benessere derivi da un insieme di fattori che circondano l’individuo.
Gli sfondi dell’alterità
Il libro è una lente che permette di mettere a fuoco gli sfondi quando concentriamo lo sguardo su una persona, una figura, un’alterità. Solo attraverso la percezione degli sfondi diventa possibile l’incontro tra le persone. Non a caso, infatti, diversi autori di diverse opere si incontrano nel testo, tessono un dialogo teso in avanti, in modo da creare incontri e quindi la vita, senza temere l’esplorazione di territori ignoti.
Per saperne di più, ascoltate le parole dell’autrice nel video qui sotto.
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