Qual è l’effetto di internet sul nostro cervello? Come condiziona la nostra capacità di esercitare il libero arbitrio? Libertà e libero arbitrio esistono davvero? Esaminando i dati delle ricerche sui processi cerebrali, sembra che, effettivamente, la libertà altro non sia che un'”illusione”. I nostri processi cerebrali sono condizionati da diversi fattori, come la genetica, l‘esperienza e anche dal contesto in cui nasciamo, cresciamo e agiamo. Ma cosa accade, si chiede nel suo editoriale pubblicato su Clinical Neuropsychiatry la dottoressa Donatella Marazziti, se il contesto è virtuale?
Gli ultimi decenni hanno visto la proliferazione di internet, che ha reso accessibile le sue sterminate risorse ma ha anche esposto gli utenti ai suoi pericoli. Nel suo famoso libro “Mind change. Cambiamento mentale. Come le tecnologie digitali stanno lasciando un’impronta sui nostri cervelli“, la neuroscienziata Susan Greenfield ha evidenziato molti degli effetti sul cervello dei più giovani dovuti all’eccessivo uso di internet e alla ridotta socializzazione. Se internet, ad esempio, rende possibile accedere istantaneamente alle informazioni e mantenere relazioni anche tra persone distanti migliaia di chilometri, allo stesso tempo può anche diffondere fake news, rischi per la privacy, cyberbullismo e varie forme di dipendenza.
Questi rischi sono talmente concreti da essere compresi in una condizione patologica chiamata “utilizzo problematico di internet“, che similmente a qualsiasi altra forma di dipendenza può includere ritiro sociale, astrazione dalla realtà, perdita di controllo e dipendenza da pornografia, gioco d’azzardo online o social network. In particolare i social media sono spesso la piattaforma che nasconde più insidie, secondo Donatella Marazziti. Chi li controlla? Chi seleziona le informazioni che diffondono? Quanti dei loro utenti possono distinguere il vero dal falso e filtrare i condizionamenti dei cosiddetti influencer?
Non sempre gli utenti hanno gli strumenti per proteggersi da questi rischi ed evitare di essere condizionati verso quell’omogeneità di pensiero e conformismo che già in passato ha condotto gli esseri umani all’indottrinamento e alla dittatura, ai danni dell’integrazione e dell’accettazione della diversità che invece sono state, storicamente, fonti di maggior progresso.
Clinical Neuropsychiatry
La rivista Clinical Neuropsychiatry nel 2022 ha raggiunto il primo quartile del ranking Scopus Scimago, confermandosi quindi come la rivista scientifica italiana col più alto IF nell’ambito della medicina e della psichiatria, ma entrando nel 25% delle più considerate in tutto lo scenario mondiale. Una bandiera italiana tra i top player dell’editoria scientifica internazionale.
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