La capacità di comunicare per simboli è ciò che distingue l’uomo dall’animale e, secondo il neuroscienziato Terrence Deacon, l’emergere di tale abilità non condiziona solo il nostro linguaggio ma anche i modi di apprendimento e le strutture cerebrali.
Infatti, nonostante condividiamo il pianeta con milioni di altre creature, solo noi esseri umani siamo in grado di parlare per astrazioni e paradossi, rimuginiamo sul passato, sui nostri errori, sul modo in cui le cose sarebbero potute andare diversamente. Solo gli esseri umani si pongono domande esistenziali e venerano divinità.
In “La specie simbolica. La coevoluzione di cervello e capacità linguistiche“, Terrence Deacon ci offre le sue intuizioni sul significato del pensiero simbolico: dallo scambio coevolutivo tra linguaggio e cervello avvenuto in oltre due milioni di anni di evoluzione alle ripercussioni etiche seguite all’accesso più recente da parte dell’uomo ai pensieri e alle emozioni degli altri.
Contrariamente a gran parte delle neuroscienze contemporanee, che trattano il cervello alla stregua di un computer, si propone una nuova, illuminante visione dei meccanismi della mente e una concezione più ampia dell’avventura dell’essere umano.
Attingendo alle sue rivoluzionarie ricerche nella neuroscienza comparata, in questa intervista condotta da Costanza Fioriti, Terrence Deacon ci parla quindi dell’evoluzione di linguaggio e cervello e di come questo stia cambiando con il sempre più grande e diffuso accesso a internet e ai social media.
Leggete anche:
Provare compassione per se stessi per non vivere nella sofferenza
Il collegamento tra tiroide, aumento del peso e salute del metabolismo
Disturbi dell’alimentazione, l’importanza di trattamenti integrati nella terapia
L’industria della carne non è meno pericolosa delle compagnie petrolifere
Non credete all’idea che non possiamo contrastare il riscaldamento globale
Insegnare lingua e letteratura a scuola
All you need is flow – Come essere felici (anche) sul lavoro
Schema Therapy, rimodellare la propria vita
Mammografia, l’importanza di ammettere l’incertezza nella scienza