Vi sentite arrabbiati o pieni di ansia a seguito, magari, di un litigio con una persona a voi cara o di un evento stressante? “Mindful Compassion” di Paul Gilbert & Choden, pubblicato in Italia da Giovanni Fioriti Editore, dimostra come la compassione possa aiutare i lettori a vivere nel presente e a sentirsi connessi con gli altri. Integrando la coerenza espositiva e scientifica con la fruibilità pratica, il libro unisce in maniera operativa le tradizioni teoriche ed esperienziali degli approcci basati sulla mindfulness e sulla compassione.
“Mindful Compassion” si rivolge a chi conduce o partecipa a percorsi di supporto psicologico, mirando a offrire in maniera rigorosa, ma pur sempre divulgativa, le basi teoriche e la descrizione delle pratiche utili a tali percorsi, esplorando due abilità rese accessibili ai fruitori del libro: la prima è quella di essere aperti e ricettivi alla sofferenza, la seconda è come rispondere ad essa. Per una dimostrazione pratica, provate questo esercizio presente in “Mindful Compassion” di Paul Gilbert & Choden:
Un esercizio pratico di mindfulness
“Pensate a ciò che il vostro sé arrabbiato prova verso il vostro sé ansioso. Sono la stessa cosa? Probabilmente no: è tipico per il sé arrabbiato essere molto sprezzante nei confronti del sé ansioso e vederlo come un intralcio. Adesso spostate la vostra attenzione. Cosa pensa il sé ansioso del sé arrabbiato? Forse è abbastanza spaventato dal sé arrabbiato. Il sé ansioso sa che se lasciato a se stesso, il sé arrabbiato potrebbe essere molto distruttivo. Vi proteggerà fino alla fine dei suoi giorni, non permetterà a nessuno di ostacolarvi, e non accetterà assurdità da nessuno, ma poiché è un sistema di base del nostro cervello, non è molto saggio e non gli piace lavorare con qualsiasi cosa possa limitarlo. È così che è progettato il sé arrabbiato.
Di nuovo, niente di tutto ciò rappresenta un nostro piano o è colpa nostra, ma è importante capire la relazione tra le nostre emozioni, letteralmente ciò che “pensano” e “sentono” l’una rispetto all’altra. La mindfulness e la compassione ci aiuteranno a riconoscere e tenere in equilibrio queste diverse parti di noi stessi. Quando si perde l’equilibrio e il nostro sé interiore viene coinvolto in un intenso conflitto, le persone possono iniziare a sperimentare problemi di salute mentale. Alcune persone possono non riconoscere la profondità della loro rabbia verso gli altri dai quali vogliono essere amati; alcune persone usano la rabbia per tenere lontane le persone e non sono in grado di riconoscere dentro di sé un profondo senso di tristezza e dolore, un desiderio d’amore. Gli adolescenti aggressivi possono spesso usare la rabbia in questo modo perché potrebbero essere stati feriti in passato, quindi è un modo di difendersi”.
Cos’è la compassione applicata alla mindfulness?
Come spiega il libro, la “compassione implica essere non giudicanti nel senso di non essere colpevolizzanti. Sia nel Buddismo che nel Cristianesimo, non attaccare gli altri o non cercare di danneggiare le persone per rabbia o vendetta sono considerati fattori importanti della gentilezza e della compassione (per esempio, chi è senza peccato scagli la prima pietra). Ora chiaramente il cervello emette giudizi in continuazione, e non siamo a conoscenza di molti. Il problema qui, tuttavia, non è agire sui nostri giudizi automatici ma essere più riflessivi in modo che le nostre azioni siano basate sulla compassione, la saggezza e le scelte. Se diventiamo solo critici e arrabbiati per le cose, questo può interferire con la compassione. Finiamo per essere coinvolti nel sistema di elaborazione delle minacce e questo sistema manca di saggezza.
Nondimeno, la rabbia per la sofferenza che ci circonda può a volte essere il primo passo verso la compassione. Il non giudizio e l’accettazione non significano “non fare nulla”. Ad esempio, impariamo a non giudicare noi stessi per essere depressi, ma allo stesso tempo a fare il possibile per superarlo; non permettiamo a una persona violenta di continuare a essere violenta. Quindi la chiave per non giudicare è come un’abilità mindfulness che consente al flusso della mente di rivelarsi senza combattere con esso. Questo ci dà la possibilità di discernere chiaramente ciò che sta accadendo e fare delle scelte su come agire con saggezza.”
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