“Una psicopatologia fenomenologico-gestaltica guarda alla sofferenza come a un fenomeno che non può essere compreso isolando il cervello e neppure l’individuo: la sofferenza nasce dal campo relazionale che la persona ha attraversato, vive ed esprime”.
Così spiega “Fondamenti di psicopatologia fenomenologico-gestaltica: una introduzione leggera“, pubblicato da Giovanni Fioriti Editore. Il libro di Gianni Francesetti ci introduce ai fondamenti di un approccio nato dall’incontro fra la psicopatologia fenomenologica e la psicoterapia della Gestalt. Pur muovendo dalle basi teoriche profonde e complesse di queste prospettive, è strutturato in modo didattico e accessibile. Parte dalle domande che l’autore ha ricevuto durante i seminari svolti in tutto il mondo negli ultimi vent’anni per fornire informazioni chiare e comprensibili da chiunque.
I vari capitoli sono le risposte alle domande che gli allievi e i colleghi hanno posto all’autore. Questo percorso dà vita a un modo di comprendere la sofferenza psichica secondo un approccio fenomenologico e di campo. Da queste basi, emerge una lettura radicalmente relazionale sia dei modi in cui la sofferenza nasce, sia dei modi in cui la psicoterapia agisce. L’effetto di questa esplorazione impatta profondamente la clinica: la psicopatologia diventa lo studio delle forme dell’assenza e la psicoterapia diventa l’arte della presenza.
Le avversità infantili come fattore predittivo della psicopatologia
Tra gli elementi trattati dall’autore, vi è quello delle avversità infantili come fattore predittivo della psicopatologia:
“Le ricerche mostrano come il maltrattamento, l’abuso fisico, emotivo e sessuale e il neglect, in letteratura chiamate complessivamente childhood adversities (avversità infantili), siano il più importante fattore predittivo dei disturbi psichiatrici e che circa l’80% di chi presenta una sofferenza psicopatologica abbia avuto una storia di avversità infantili. Il Child Maltreatment Report del 2015 del National Child Abuse and Neglect Data System del Dipartimento di Salute degli Stati Uniti riporta che fra le childhood adversities, più del 75% sono neglect, più del 15% sono maltrattamenti, circa il 10% sono abusi sessuali. Un altro dato importante è che circa un terzo sono avvenuti nei primi tre anni di età, quindi con una grande probabilità che una volta adulto non possa avere una memoria narrativa e autobiografica di tali eventi. Per testimoniare la verità della propria storia, resta solo la memoria corporea e la fedeltà ai sintomi”.
Per approfondire questo e altro tema, non vi resta che leggere il libro, una vera risorsa per comprendere questioni complesse in maniera immediata ed efficace.
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