“The doctor who fooled the world”, il dottore che ha ingannato il mondo. E’ così che il giornalista Brian Deer ha definito Andrew Wakefield, una colonna portante del movimento no-vax. Un titolo guadagnato da Wakefield nel 1998, quando The Lancet pubblicò una sua ricerca in cui affermava che l’autismo e la colite ulcerosa fossero il risultato di un effetto domino scatenato dal vaccino contro il morbillo. Un postulato poi ampiamente confutato, ma che determinò nel Regno Unito un drastico calo delle somministrazioni dei vaccini e un aumento dell’incidenza del morbillo. Nel 2010 l’ordine dei medici britannico espulse Wakefield. The Lancet ritirò il suo studio. Eppure molti no-vax ancora lo considerano un eroe.
Il medico danese Peter Goetzsche, co-fondatore della Cochrane Collaboration nel 1993 ed editor nel Cochrane Methodology Review Group dal 1997 al 2014, è autore di Vaccini: verità, bugie e controversie, un testo che mette a disposizione del lettore le informazioni provenienti dalle metanalisi delle ricerche sul tema. Non poteva quindi mancare un approfondito passaggio su Andrew Wakefield, data la cassa di risonanza ottenuta dal britannico.
Secondo Goetzsche le informazioni in ambito sanitario sono spesso inquinate da interessi economici non dichiarati. Il mercato dei vaccini non fa eccezione. Come ogni altro farmaco, questi comportano effetti collaterali spesso taciuti, oppure portano vantaggi trascurabili al vaccinato. Per tale motivo prima di vaccinarsi è necessario valutare costi e benefici, evitare di assumere posizioni polarizzate a priori, e mantenere una mente critica per discernere caso per caso. Infatti, non tutti i vaccini sono uguali. Ma, aggiunge Goetzsche, solo gli interessi finanziari di Wakefield potevano mettere in discussione un vaccino fondamentale come quello per il morbillo.
Interessi economici
Goetzsche riporta che Wakefield, due anni prima della pubblicazione della sua ricerca su The Lancet, “era stato assunto da un avvocato, Richard Barr, perché attaccasse il vaccino contro il morbillo (il trivalente MMR: morbillo, parotite, rosolia), al fine di poter intentare una causa collettiva contro i produttori”. Wakefield aveva intenzione sin dall’inizio di scovare prove che sostenessero i suoi interessi. Barr pagò Wakefield con i soldi del fondo britannico di assistenza legale gestito dal governo per dare ai poveri la possibilità di accedere alla giustizia. In totale, Wakefield intascò oltre 800.000 sterline per la ricerca che fu poi pubblicata su The Lancet.
Wakefield affermò anche che bisognasse sospendere la somministrazione del vaccino MMR in favore di vaccini separati. Guarda caso, otto mesi prima Wakefield aveva depositato il brevetto per una vaccinazione singola contro il morbillo. Anche fosse stato usato solo per un test diagnostico, che Wakefield intendeva rendere necessario con la class action, le entrate derivanti sarebbero state di circa 3,3 milioni di sterline con la possibilità di salire a 28 milioni.
Ricerca fraudolenta
I dodici bambini che furono la base dello studio di Wakefield erano stati preselezionati attraverso i gruppi della campagna MMR e al momento della loro ammissione alla ricerca la maggior parte dei loro genitori erano clienti o contatti dell’avvocato Barr.
In nessuno dei dodici bambini fu possibile trovare riscontri tra il documento pubblicato da Lancet e le cartelle cliniche del Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, in nessun caso è stato possibile confermare la presunta diagnosi di malattia infiammatoria intestinale.
Scrive Goetzsche: “Quando i risultati degli esami patologici furono mostrati ad altri, dissero che erano assolutamente normali e che potevano essere trovati negli intestini di quasi tutte le persone. Era stato riportato che i vetrini originali erano andati perduti”.
Come se non bastasse, Wakefield e i suoi collaboratori omisero di riportare nell’articolo che quasi tutti i bambini soffrivano di problemi gastroenterologici già da prima dello studio. “Quasi tutti soffrivano di grave costipazione, e gli esami del sangue standard per l’infiammazione erano normali, ma anche questo non veniva segnalato. Alcuni bambini erano motivo di preoccupazione prima della vaccinazione. Altri sono stati considerati normali mesi dopo. Alcuni non avevano l’autismo”.
Gli effetti della disinformazione
Questi sono solo alcuni degli elementi che Goetzsche riporta e approfondisce nel suo libro, in cui il danese definisce Wakefield “la ragione principale per cui molti genitori rifiutano di far vaccinare i propri figli, generando ogni tipo di preoccupazione, non solo per il vaccino MMR, ma anche per le vaccinazioni in generale, con conseguenze disastrose per alcuni di loro”.
In particolar modo lo scienziato danese riporta il caso americano: “Un feroce movimento contro il vaccino è decollato dopo che Wakefield ha partecipato alle conferenze sull’autismo in tutti gli Stati Uniti e dopo che, nel novembre del 2000, è apparso sul programma 60 Minutes della rete CBS affermando che il vaccino MMR era collegato con quella che lui chiamava un’epidemia di autismo. A ciò hanno fatto seguito le dichiarazioni degli attivisti secondo cui tutti i vaccini sono sospetti. Le false rivendicazioni di Wakefield forniscono la base per una continua raccolta di fondi da parte dei genitori di bambini autistici, molti dei quali sono stati portati a credere che Wakefield sia il loro campione. Inoltre, non si può parlare di consenso informato per rifiutare la vaccinazione, ad esempio per il morbillo, quando i genitori sono stati disinformati in maniera terribile da medici come Wakefield e i suoi seguaci“.
E’ proprio per combattere la disinformazione che Goetzsche ha scritto Vaccini: verità, bugie e controversie, elencando costi e benefici di ogni vaccino, a partire da quelli fondamentali come quello contro il morbillo, passando per altri più discutibili, come quello dell’encefalite giapponese. Vedi il nostro articolo Vaccini, quali sono costi e benefici? Il caso dell’encefalite giapponese.
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