Siamo vittime di un sistema che sfrutta i nostri meccanismi cerebrali per tenerci dipendenti da cibi ultraprocessati, social network e altri consumi compulsivi. Le aziende, che sanno bene come funzionano i nostri cervelli, progettano prodotti capaci di attivare il circuito della dopamina, rendendoci sempre più vulnerabili e dipendenti da loro. Come racconta Elisabetta Ambrosi su Il Fatto Quotidiano, questo è il cuore della denuncia di Nicklas Brendborg nel suo libro Ancora un po’, dove l’autore mostra come zuccheri, grassi e sale vengano ottimizzati al milligrammo per sovrastimolare il nostro cervello.
Un tema che si intreccia perfettamente con Il libro dei giochi. Come negare la scienza, vendere menzogne e fare un mucchio di soldi nel mondo aziendale di Jennifer Jacquet, in cui, con brillante stile satirico, l’autrice si cala nei panni di un CEO e stila il copione utilizzato dall’establishment e dalle aziende per sfruttare senza ritegno il pianeta e i suoi abitanti.