La crisi climatica è una realtà in atto, ma che non sempre si vuole riconoscere. Lo fanno i presidenti delle superpotenze, lo fanno i normali cittadini, e lo fa anche la maggior parte dei media italiani, come riportato dallo studio effettuato dall’Osservatorio di Pavia, commissionato da Greenpeace e raccontato da Emma Cabascia di Materia Rinnovabile.
Nonostante i disastri provocati dalla crisi climatica continuino ad aumentare, nel primo quadrimestre del 2024 le colonne dedicate all’argomento sono complessivamente diminuite sui nostri giornali, che però hanno continuato a pubblicare in media quattro inserzioni pubblicitarie a settimana delle aziende più inquinanti e dannose per il pianeta, come le compagnie petrolifere, del gas, del settore automobilistico, aereo e crocieristico.
E così, certi mezzi di comunicazione, non solo italiani, invece di mettersi al servizio dei loro lettori, rischiano di diventare lo strumento delle multinazionali che mettono a repentaglio il futuro del nostro pianeta. L’informazione, celata o rivelata solo in parte, diventa disinformazione, un metodo per disorientare il lettore e distrarlo dal furto del suo futuro e di quello dei suoi figli.
Questo è un vero e proprio sistema, che vede in campo non solo molti giornalisti ma anche scienziati e CEO, ben raccontato da Jennifer Jacquet ne “Il libro dei giochi” (Fioriti Editore 2023), che ricorda come i giornali statunitensi abbiano rilanciato i messaggi negazionisti dell’industria “circa due volte più spesso dei messaggi di altre fonti che incoraggiano l’azione riparatrice sul clima”. Nel suo libro, che intende squarciare questo velo di pseudo-verità, l’autrice mette a nudo quello che è a tutti gli effetti un copione seguito in tutto il mondo per sostituire alla realtà una narrazione che giova solo agli interessi dei potenti.
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