Il potere si è manifestato nel corso della storia, e continua a farlo, in molteplici forme. Si può diventare un punto di riferimento per la propria comunità grazie alla propria capacità di ispirare, di essere un esempio, di generare fiducia e cooperazione. Altre volte, invece, il potere si consolida su basi diverse, sull’intimidazione, sulla coercizione, sul controllo delle informazioni e, oggi più che mai, sull’attivazione di meccanismi psicologici che influenzano le nostre decisioni quotidiane.
E’ su questo tema che due libri diversi come “Risolvere i problemi di oggi con un cervello dell’Età della Pietra“, di Douglas T. Kenrick e David E. Lundberg-Kenrick, e “Il libro dei giochi“, di Jennifer Jacquet trovano un punto d’incontro.
I Kenrick sottolineano che il mondo del lavoro e della politica spesso premia la dominanza, mentre nel suo libro Jennifer Jacquet denuncia il modo in cui le aziende e l’establishment utilizzano strategie di manipolazione per mantenere il controllo della società e proteggere i propri interessi economici. Il libro, evidentemente satirico, si presenta come un manuale per chi vuole “sfruttare il sistema”, ma in realtà è una critica feroce ai meccanismi attraverso cui le multinazionali e le lobby influenzano la percezione pubblica, negando l’evidenza scientifica e plasmando il dibattito politico a proprio vantaggio.
Jacquet descrive come le aziende abbiano sviluppato una strategia ormai consolidata per deviare l’attenzione dalle loro responsabilità: negano l’evidenza, seminano dubbi, influenzano le istituzioni e comprano il consenso con i loro finanziamenti. Questo modus operandi si ritrova in settori diversi, dal negazionismo climatico alla disinformazione sul tabacco e sulle grandi industrie farmaceutiche. Queste tattiche sfruttano la vulnerabilità psicologica delle persone, manipolando le loro paure e incertezze, esattamente come descritto da Kenrick. “Dominatori” da manuale.
La paura è un potente strumento di controllo. Instillando l’idea di crisi e incertezza laddove ritengono utile, le aziende riescono a evitare regolamentazioni e mantengono i loro privilegi. Allo stesso modo, a causa di un retaggio ancestrale che si attiva quando l’essere umano si sente in pericolo e ci spinge verso figure che possono essere percepite come “forti”, i leader aggressivi e autoritari possono trovare terreno fertile. Alimentare la paura dell’ignoto, distorcere la percezione del rischio e presentarsi come unici garanti della stabilità sono strategie vincenti sia in politica sia nel mondo degli affari.
Se le informazioni su cui basiamo le nostre scelte possono essere manipolate da chi detiene il potere, che siano aziende o politici, come possiamo distinguere tra leader “dominatori” e “prestigiosi”? Come possiamo evitare di cadere nelle trappole della paura e della propaganda? Sia il libro dei Kenrick che quello di Jacquet offrono spunti per destreggiarci nel labirinto di paura e incertezza in cui certe aziende e certi leader vogliono gettarci.