Le possibilità aperte dalla lettura ad alta voce, l’esplorazione del rapporto tra voce e corpo e di quello tra lettore e ascoltatore sono i fulcri di “La lettura, il corpo, la voce. Fondamenti linguistici e neurali della lettura ad alta voce” di Paolo Sessa, pubblicato da Fioriti Editore.
Attraverso una disamina delle scoperte delle neuroscienze cognitive e una lettura originale dei testi più rilevanti della letteratura europea, l’autore risponde a due serie di domande:
- Cosa c’è in un testo? E soprattutto cosa c’è che ci riguarda come lettori? Quali sono le tracce di oralità che l’autore ha inteso preservare nel testo per veicolare le sue emozioni? Come interferisce la sostanza dell’espressione (il materiale verbale) sul significato di un testo?
- Quali sono le strategie proprie dell’atto performativo attraverso le quali le tracce di oralità possono riemergere dalla scrittura? Cosa possono e devono fare la voce e il corpo del lettore per vivificare il testo scritto e riscoprire la voce e la tensione che gli hanno dato vita?
Perché leggere ad alta voce?
Leggere ad alta voce non solo fa attivare tra lettore e ascoltatore gli stessi meccanismi all’opera nella quotidiana interazione linguistica ma permette anche una migliore comprensione del testo nelle sue componenti emotive. Ciò vale sia per quanto riguarda chi legge sia per chi ascolta, purché la lettura sia eseguita in maniera adeguata.
La voce, infatti, è un potentissimo motore che rafforza il significato dei testi. Il lettore deve quindi fare attenzione a certi parametri come volume, intonazione, timbro e velocità, in modo da porre risalto alle sfumature e al significato degli enunciati.
In questi casi, non solo leggere ad alta voce permette di aderire maggiormente al testo, ma anche chi ascolta riesce a comprenderlo meglio. Qualcosa che può essere fondamentale, ad esempio, in ambito scolastico, e che permetterebbe agli insegnanti di suscitare e mantenere l’attenzione dei loro studenti.
Questo saggio può essere particolarmente prezioso per gli studenti universitari di lingue e letterature, ma anche di psicologia, dando loro l’opportunità di approfondire la relazione fra voce e gesti nei testi della letteratura europea e nella normale pratica comunicativa.
Per i docenti, invece, è una risorsa preziosa per trovare nuove prospettive dalle quali guardare i testi letterari e scoprire l’importanza strategica della loro voce nella lettura in classe. Gli studiosi di linguistica hanno l’opportunità di accostarsi alle nuove prospettive offerte dalla scienza del linguaggio dalle neuroscienze, mentre gli studenti delle Accademie di arte drammatica, possono scoprire i meccanismi attraverso i quali la voce e i gesti “significano”, e rafforzare così le loro competenze.
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